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L’accesso alle posizioni direttive e dirigenziali del pubblico impiego non può non presupporre la conoscenza del diritto, quale sistema disciplinante la relazione tra i privati ed il pubblico potere.

Per questa ragione, la quasi totalità delle pubbliche selezioni richiede non solo la mera conoscenza degli istituti, ma anche la capacità di ragionata applicazione degli stessi al mondo reale. Ne consegue che due sono i presupposti imprescindibili per vincere il concorso: conoscere, in modo approfondito, le discipline che saranno oggetto di verifica e saperle esporre. La commissione o il perito selettore, infatti, incontrano la preparazione del candidato leggendo il suo elaborato, sia esso un tema o un atto. Questo è spesso l’unico veicolo (e sempre un passaggio obbligato) per dimostrare la propria preparazione, che è vana se non rivestita della forma il più corretta possibile.

Insomma, per vincere il concorso serve saper scrivere bene: durante la fase di preparazione, infatti, si costruisce una base concettuale, che però deve essere incanalata in un testo fruibile, immediato, accattivante e convincente.

Per questo, il testo che segue non contiene spiegazioni di dottrina, né schemi concettuali di contenuto giuridico, ma vuole mettere a disposizione dei concorrenti le nozioni, le regole e i trucchi per usare la scrittura giuridica come strumento di persuasione, dunque di vittoria.

Il taglio essenzialmente pratico del testo, accentuato da box di esempio e di strategia e basato sulla comune esperienza dell’Autore e della piattaforma Cammino Diritto, accompagna il corsista dalla lettura della traccia fino alla stesura della copia finale, sia del tema che dell’atto.

È un volume snello, ma necessario, ulteriormente arricchito dalla possibilità di un continuo contatto con l’Autore e con i docenti, che si inserisce in una cornice diretta a fornire al concorrente la massima preparazione possibile: non si tratta più di “passare l’esame”, si tratta di vincere.