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Quali sono le fonti dell'ordinamento giudiziario? Come è regolata la vita professionale dei magistrati?
Questo ciclo di lezioni verte sugli elementi dell'ordinamento giudiziario e si propone l’obiettivo di fornire un’ampia panoramica sugli argomenti di maggior rilievo, affrontanto la normativa di settore e le principali questioni problematiche.
Il corso si articola in sei lezioni, modellate sulla base delle reali esigenze dei concorsisti e di chi si approccia per la prima volta a questa materia, facendo intrecciare le tradizionali tematiche normative con i principi costituzionali a garanzia della magistratura.
Il corso è indirizzato tanto agli operatori del diritto tanto ai magistrati e a chi sta preparando il concorso in magistratura.
Oltre alle video lezioni ed ai vari riferimenti normativi e giurisprudenziali, utili sia per l’analisi dottrinale che per l’applicazione pratica, nelle dispense si trovano, in continuo aggiornamento, approfondimenti sulle varie tematiche realizzati da autori della rivista giuridica Cammino Diritto, nonché schemi riepilogativi degli argomenti trattati.
L’ordinamento giudiziario può essere definito come il complesso di norme le quali disciplinano l’organizzazione del personale e il funzionamento degli organi deputati al servizio della giustizia. Dette norme trovano il loro fondamento sia nella Carta costituzionale e sia nelle leggi ordinarie. Per tale motivo è possibile distinguere le fonti costituzionali da quelle primarie. Inoltre, accanto ad esse si colloca una terza categoria di fonti c.d. secondarie, le quali sono costituite dagli atti paranormativi emanati dal Consiglio superiore della Magistratura.
Fatta questa premessa di carattere generale si esamineranno i singoli principi dettati dalla Costituzione, la quale prevede una serie di norme volte a tutelare l’autonomia e l’indipendenza della funzione giurisdizionale e dei soggetti ad essa preposta.
In particolare occorrerà soffermarsi sull’art. 102 cost. il quale dispone che la funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme dell’ordinamento giudiziario. Pertanto sarà opportuno analizzare la nozione di giurisdizione: cosa si intende per giurisdizione. La carta costituzionale opera una tripartizione distinguendo il potere giudiziario in: giurisdizione costituzionale, ordinaria e speciale
Si delineerà la differenza tra il concetto di autonomia e quello di indipendenza. Mentre il primo attiene alla struttura organizzativa della magistratura nel suo complesso; l’indipendenza invece fa riferimento al singolo magistrato nella funzione giurisdizionale.
Tra i principi costituzionali assume un ruolo di notevole importanza l’obbligatorietà dell’azione penale, il quale è diretto a garantire l’indipendenza del Pubblico ministero nell’esercizio delle sue funzioni e nel rispetto dell’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge penale.
Infine la Costituzione sancisce il principio dell’inamovibilità dei giudici, il quale costituisce una delle più importanti garanzia poste a tutela della loro indipendenza.
Tra le garanzie poste a tutela dell’esercizio della funzione giurisdizionale si colloca il principio di imparzialità del giudice.
Proseguendo si esaminerà il Consiglio Superiore della magistratura. Organo la cui istituzione è finalizzata soprattutto a salvaguardare l’imparzialità e l’indipendenza della magistratura.
In passato si discuteva circa la sua natura giuridica, oggi, a seguito dell’intervento della Corte Costituzionale, si può affermare in modo pacifico che esso ha natura di organo costituzionale.
Dopo aver tracciato in generale le peculiarità del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), si analizzerà la sua struttura e in particolare le funzioni che esso svolge.
Infatti è doveroso evidenziare che il Consiglio superiore della magistratura ha subito un’evoluzione del tempo. A seguito l’entrata in vigore della Carta costituzionale, la maggior parte delle competenze che prima spettavano al Ministro della giustizia sono state devolute al Consiglio Superiore della Magistratura, il quale è legittimato ad adottare tutti gli atti amministrativi riguardanti la carriera e le funzioni dei magistrati. È importante a questo punto delineare i rapporti tra il Consiglio Superiore della Magistratura e il Ministro della giustizia e le differenti funzioni che essi esercitano. Ciò si desume anche dall’art. 110 cost., il quale dispone che, ferma restando le competenze del Consiglio di Superiore della magistratura, al Ministro della giustizia spettano l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia.
Infine si soffermerà l’attenzione sui Consigli giudiziari i quali sono organi territoriali che svolgono funzioni di ausilio al Consiglio Superiore della Magistratura.
Dopo aver esaminato i principi costituzionali e gli organi preposti alla tutela della indipendenza e autonomia della funzione giudiziaria, proseguiremo questa disamina analizzando le diverse fasi della carriera dei magistrati.
Sempre tenendo in considerazione i principi che dominano la materia in esame, si deve prendere le mosse innanzi tutto dalla prima fase ovvero l’accesso alla magistratura, il quale avviene mediante concorso, e i requisiti, i quali sono stati oggetto di diversi interventi normativi. In ultimo è intervenuto il D.lgs. n. 160/2006 che ha qualificato il concorso in magistratura come un concorso di secondo livello. Tanto è vero che oggi non è più sufficiente la laurea in giurisprudenza, ma sono necessari anche altri titoli.
Dopo si esamineranno
Inoltre è conveniente attenzionare il passaggio dei magistrati dalle funzioni giudicanti a quella requirente e viceversa. Si deve rilevare che anche se nella realtà il passaggio da una funzione all’altra avviene senza difficoltà, sul punto vi è una corrente di pensiero la quale critica aspramente questa assimilazione tra le due carriere.
Infine, alcune considerazione sugli incarichi direttivi tenendo conto della disciplina dettata sia dal D.lsg. n. 160/2006 e sia dal Testo unico sulla dirigenza giudiziaria approvato con delibera del CSM emanata il 28 luglio del 2015; dei diversi tipi di incarichi e del procedimento mediante il quale essi sono attribuiti.
In questa lezione ci si concentrerà sull’analisi dell’organizzazione degli uffici giudiziari, avendo riguardo non solo agli organi della magistratura giudicante ma anche ai diversi uffici della procura.
La giurisdizione italiana è esercitata da una pluralità di organi pertanto è opportuno esaminare sia la loro organizzazione e sia le funzioni svolte. È importante soffermarci sulla figura del pubblico ministero; delineare la differenza tra le funzioni che il pubblico ministero espleta in ambito civile e quelle che esercita nel procedimento penale; il rapporto tra il procuratore della repubblica e i singoli sostituti procuratori.
I rapporti tra il pubblico ministero e la polizia giudiziaria.
In questa lezione si tratterà dei giudici onorari che insieme ai giudici “togati” costituiscono l’ordinamento giudiziario. Secondo quanto disposto dall’art. 106 cost. la legge sull’ordinamento giudiziario può ammettere la nomina, anche elettiva di magistrati onorari per tutte le funzioni attribuite a singoli giudici.
Si devono altresì analizzare le diverse figure di giudici onorari quali il giudice di Pace, i giudici onorari del Tribunale e viceprocuratori onorari. L’accesso alla magistratura onoraria e le loro funzioni.
In questo incontro ci occuperemo della responsabilità dei magistrati.
Innanzi tutto occorre prendere le mosse dalla nozione di responsabilità e poi esaminare i diversi tipi di responsabilità in cui può incorrere il magistrato, distinguendo tra responsabilità civile, penale e contabile.
A tal proposito si deve rilevare che la responsabilità civile dei magistrati ha delle peculiarità le quali la distinguono dalle ipotesi di responsabilità civile in cui possono incorrere gli altri dipendenti pubblici. Infatti a presidio dell’indipendenza e dell’imparzialità della magistratura, è esclusa l’azione risarcitoria diretta del soggetto danneggiato da un provvedimento giudiziario contro il singolo magistrato.
L’azione risarcitoria diretta contro il singolo magistrato è ammessa solo nel caso in cui sia intervenuta sentenza penale di condanna del magistrato passato in giudicato.
Infine ci soffermeremo sulla responsabilità disciplinare in cui può incorrere ogni pubblico dipendente per violazione delle norme che regolano il rapporto di pubblico impiego; e sugli illeciti distinguendo tra quelli che possono essere commessi durante l’esercizio della funzione e gli illeciti realizzati al di fuori dell’espletamento della propria funzioni.
Proseguendo analizzeremo il procedimento disciplinare che ha natura giurisdizionale ed è disciplinato dalle norme del codice di procedura penale in quanto compatibili; e le misure cautelari le quali possono essere erogate nelle more del procedimento per evitare il pericolo che il magistrato leda il prestigio e l’immagine dell’ordinamento giudiziario.
In conclusione sarà opportuno fare alcune considerazioni sulle diverse tipologie di sanzioni disciplinari.
Abilitata all'esercizio della professione forense. Ha svolto l'attività di Tutor qualificato presso la Scuola di Specializzazione per le professioni Legali "A. Galati" e di Tutor di istituzioni di diritto privato presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Catania. Laurea ma...
chi è Federica Speranza ?Dipartimenti e settori d'interesse dai corsi ai concorsi
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